venerdì, Novembre 22, 2024
Farmer hand holding a fresh young plant. Symbol of new life and environmental conservation
Agricoltura

Agricoltura biodinamica, a salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio

A Milano, all’Università Bocconi e al Teatro Parenti, due giorni di convegno “Per l’economia della Terra”

Un’economia e una cultura basate non sul degrado e sullo spreco delle risorse ma sulla protezione di suolo, acqua, aria. È questa la sfida del nuovo millennio, cui non partecipano più solo i movimenti ambientalisti ma tutti cittadini: una sfida che da pochi mesi è stata rilanciata da Papa Francesco e raccolta dalla maggioranza dei paesi del mondo al summit dell’ONU sul clima di Parigi. E che oggi si declina fortemente anche in termini agricoli: nel suolo è presente più della metà di tutta la sostanza organica esistente sulla terra, oltre 300 miliardi di tonnellate secondo le stime degli studiosi. Cioè significa che avvengono più processi vitali nelle prime decine di centimetri di suolo sotto terra che in tutto il globo: è evidente che proteggere, conservare e curare il suolo è uno dei compiti primari dei prossimi decenni.

A parlare di come l’agricoltura sostenibile ed ecologica, e in modo particolare quella biodinamica, riesca nell’obiettivo di salvare la terra fertile (e quindi anche il cibo per tutti) è il convegno “Per l’economia della Terra. La nostra casa comune”, organizzato dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica, che comincia oggi all’Università Bocconi per proseguire sabato al Teatro Parenti.

È l’occasione per chiamare a confronto tutti gli attori in questo settore strategico per l’Italia: imprenditori, agricoltori biologici e biodinamici, ricercatori, uomini e donne di cultura e di fede. Nell’aula magna della Bocconi, dopo un messaggio video del Principe Carlo d’Inghilterra, intervengono oggi – tra gli altri – Vytenis Andriukaitis, Commissario UE Sicurezza Alimentare; il cardinale  Marcelo Sanchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali; Carlo Triarico, Presidente dell’Associazione Italiana Agricoltura Biodinamica; Bruno Pavesi, Consigliere delegato dell’Università Bocconi; Michele Candotti, capo gabinetto UNEP, il programma ambiente delle Nazioni Unite; Nadia Scialabba, Programma Agricoltura Biologica della FAO; Salvatore Veca, Presidente Onorario Fondazione Feltrinelli; Fabio Brescacin, Presidente EcorNaturaSì; Roberto Orlandini, direttore Dynamo Camp. Mentre, domani, al Teatro Parenti si avvicenderanno tra gli altri Andrea Olivero, Viceministro Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali; Giulia Maria Crespi, presidente onorario del FAI Fondo Ambiente Italiano; Marco Magnifico, vicepresidente FAI Fondo Ambiente Italiano; Paolo Carnemolla, Presidente Federbio, Mauro Agnoletti, Professore Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Agraria; Stefano Riva, Amministratore Delegato Weleda Italia.

Il degrado ambientale è responsabile di almeno un quarto del carico globale di malattie che colpiscono attualmente l’umanità, secondo i dati Unep che verranno resi noti durante il convegno, con un impatto anche economico importante. Infatti i costi dei rischi per la salute connessi al degrado ambientale si stimano dall’1,2% al 9% del PIL mondiale e sono da 10 a 30 volte superiori ai costi della prevenzione. Mentre un ambiente sano produce molteplici vantaggi, soprattutto in termini di salute e benessere.

“L’agricoltura ecologica è uno dei più potenti strumenti per sanare gli squilibri ecologici ed è allo stesso tempo lo strumento per produrre innovazione, tenuta sociale e salute per l’uomo” afferma Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. “La biodinamica è un pezzo importante di questo processo, anche grazie alle piccole e grandi aziende che hanno intrapreso un nuovo modello agricolo capace di aprire nuovi orizzonti anche sul piano dell’economia. Gli oltre 4.500 agricoltori italiani che coltivano utilizzando questo metodo vicino alla natura e allo stesso tempo assolutamente innovativo sono anche un segnale di interesse per nuove forma di partecipazione sociale: molte di queste imprese utilizzano forme di cooperazione e di nuova aggregazione sociale”.

Il biodinamico – sottolineano i numerosi imprenditori che si avvicendano dal palco dell’aula magna della Bocconi – è in forte crescita: oltre a rappresentare alcune delle aziende più grandi dell’intero comparto biologico, è diffuso in maniera uniforme nel Paese. I suoi fatturati seguono quelli in forte aumento del settore bio (+17% nel 2014 rispetto l’anno precedente) ma si prevede una crescita complessiva molto importante nei prossimi anni.

“EcorNaturaSì è oggi la più importante realtà di distribuzione e vendita specializzata del biologico”, spiega l’amministratore delegato dell’azienda Fabio Brescacin. “I campi da cui provengono i nostri prodotti sono per il 13% coltivati con il metodo della biodinamica. E abbiamo varato un piano di formazione tra le nostre aziende fornitrici per incrementare la superficie condotta a biodinamica di un 2% annuo”.

Salvaguardia delle fertilità e della salute del suolo, così come dell’alimentazione e della salute umana e animale. Ma anche bellezza e protezione del paesaggio italiano. L’agricoltura biodinamica – sottolineano molti degli interventi – può essere la chiave di volta per un grande progetto di restauro del paesaggio agrario italiano, oggi diviso tra cementificazione, industrializzazione dei campi e incuria totale. Secondo i dati forniti da Mauro Agnoletti, della facoltà di Agraria di Firenze, l’abbandono delle terre coltivate nel nostro Paese procede alla velocità di 100mila ettari l’anno, con la trasformazione dei campi in boscaglia che avanza ogni anno su circa 70mila ettari. Un segnale – quello del progressivo ritorno alla ‘selva selvaggia’ – che non è complessivamente positivo neanche in termini ambientali, oltre che culturali ed economici. E l’agricoltura biodinamica si candida per essere protagonista d’elezione di una grande operazione di restauro e di ritorno alla bellezza tradizionale del paesaggio italiano

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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