giovedì, Novembre 21, 2024
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Abolire i voucher: scelta non condivisa dagli agricoltori

Cia, Coldiretti e Confagricoltura commentano negativamente la scelta di elimnare uno strumento che, in agricoltura, ha permesso a tipologie di lavoro occasionale e stagionali di essere regolarmente retribuite e coperte dalle relative tutele

 

 

“Eliminare totalmente i voucher è una decisione non condivisibile e molto deludente. A questo punto sarebbe stato preferibile mantenere l’attuale disciplina, lasciando ai cittadini la libertà e il buon senso di decidere, attraverso il referendum, il mantenimento di uno strumento che ha permesso a tipologie di lavoro occasionale di essere regolarmente retribuite e coperte dalle relative tutele”.

Questo il pensiero della Cia-Agricoltori Italiani sull’imminente approvazione del decreto per l’abolizione dei voucher.   “L’agricoltura, pur essendo stato il primo settore a sperimentare i voucher nel 2008 ha dimostrato sempre un uso corretto dello strumento che non si pone in contrapposizione con i rapporti di lavoro subordinato – spiega la Cia – e ciò è dimostrato dai dati, che dal 2008 al 2015 ci dicono che il settore ne ha utilizzati il 4,8% rispetto a quelli venduti, con un calo drastico nell’ultimo anno che si attesta all’1,8%. La cancellazione dei voucher provocherà delle conseguenze negative, in particolare per le realtà produttive meno strutturate e con più difficoltà a gestire la programmazione di attività stagionali che richiedono flessibilità. Questa decisione – conclude la Cia – danneggerà anche tutti coloro che, in questi anni di crisi economica, hanno ottenuto grazie ai voucher un’utile integrazione al reddito, andando a colpire proprio le fasce più deboli”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Confagricoltura, come spiega il suo presidente Mario Guidi: “Abbiamo chiarito in più occasioni che i buoni lavoro in agricoltura sono impiegati solo per pensionati, giovani studenti, cassa integrati e percettori di integrazione a reddito in attività stagionali come raccolte e vendemmia. Parliamo quindi di prestazioni meramente occasionali e accessorie da svolgere nei momenti di maggiore necessità che non penalizzano assolutamente il lavoro agricolo subordinato, che non può e non deve essere retribuito con i voucher. Grazie a questo strumento i giovani ed i pensionati possono arrotondare ed i cassa integrati ed i disoccupati usufruire di una piccola fonte di reddito nei momenti di difficoltà. Lo strumento dei voucher – ha concluso Guidi – è utilizzato in modo corretto in agricoltura, per questo chiediamo che venga conservato. Mantenuto e non vanificato da tetti aziendali ed individuali troppo bassi che lo renderebbero di fatto inapplicabile”.

“Con la cancellazione dei voucher – spiega anche la Coldiretti in una nota – perdono opportunità di lavoro nei campi per integrare il proprio reddito 50mila giovani studenti, pensionati e cassa integrati impiegati esclusivamente in attività stagionali che in agricoltura ne sono gli unici possibili beneficiari. L’ipotesi di cancellazione totale dei buoni lavoro – sottolinea Coldiretti – aumenta poi il rischio di favorire il sommerso. In agricoltura sono stati venduti nell’ultimo anno circa 2 milioni di voucher, più o meno gli stessi di 5 anni fa, per un totale di 350mila giornate di lavoro che hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne senza gli abusi che si sono verificati in altri settori dove sono aumentati esponenzialmente. I buoni lavoro sono stati introdotti inizialmente proprio in agricoltura per la vendemmia nel 2008 e da allora hanno consentito nel tempo di coniugare gli interessi dell’impresa agricola per il basso livello di burocrazia con quelli di pensionati, studenti e disoccupati. Occorre individuare immediatamente – conclude la Coldiretti – uno strumento ad hoc che sostituisca i voucher e che tenga conto delle specifiche caratteristiche di stagionalità dell’agricoltura come avviene in tutti Paesi dell’Unione Europea.

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