A Santa Severa, il castello della discordia
Dopo la petizione su Change.org, il locale Gruppo Archeologico ha riattivato il “Comitato cittadino” di difesa per dire no ad ogni idea di privatizzazione del sito, un luogo identitario e di grande valore storico e archeologico
Dopo una lunga storia di recupero, il castello di Santa Severa era tornato ad animare la vita cittadina, diventando un vero polo attrattivo, soprattutto nel periodo estivo. Sino al 1980, infatti, era stato di proprietà del Pio Istituto ospedaliero di Santo Spirito, per passare poi alla Regione Lazio. Negli ultimi mesi però sono emersi molti nodi da chiarire nella sua gestione. Proprio per questo, come era successo ai tempi della Giunta Polverini, quando il castello era stato addirittura inserito tra i beni alienabili della Regione, il locale Gruppo Archeologico (GATC) si è fatto promotore della riattivazione del “Comitato cittadino” di difesa contro qualsiasi idea di privatizzazione e di sgombro degli spazi museali acquisiti. Lo scorso anno aveva lanciato anche una petizione su Change.org, che ha raccolto migliaia di firme.

Il Comitato cittadino per la difesa del castello di Santa Severa lo scorso anno aveva lanciato una petizione online – Change.org
La convenzione per l’utilizzo del castello inviata al Comune da LazioCrea, società di servizi della Regione che lo ha in gestione da diversi anni, in sostanza, mette in discussione la conduzione comunale dei musei, del centro studi marittimi e del laboratorio di restauro. Strutture, fra l’altro, nate grazie all’impegno dei volontari. Il Comitato precisa che l’attuale Giunta Regionale, tramite la società “LazioCrea” intende proporre al Comune di Santa Marinella un nuovo protocollo d’intesa che mira allo smantellamento del Museo della Rocca, dei laboratori e dei magazzini di ricerca archeologica e subacquea. Inoltre, prosegue, pretende che il Comune rinunci alla gestione della biglietteria del Museo del Mare e della navigazione antica, attribuendogli però le spese per la pulizia di cortili e spazi esterni.

L’ingresso del Museo Civico del Mare e della navigazione antica – © Archivio Civinini
L’intenzione di LazioCrea – recita il comunicato del Comitato di difesa – è quella di puntare ad un utilizzo prevalentemente alberghiero e gastronomico di un sito storico, monumentale e archeologico d’importanza inestimabile, sacrificando un polo monumentale e museale centrale per la storia del nostro territorio. Una soluzione di questo tipo potrebbe mettere a rischio anche l’amatissima colonia felina del castello, regolarmente riconosciuta dal Comune, che nel tempo è diventata un punto di riferimento del comprensorio e una vera attrazione turistica, come i gatti della Piramide Cestia a Roma.

La polveriera, i mici della Colonia felina del castello – © Archivio Civinini
Certamente si tratta di un luogo fortemente identitario e di grande valore storico e archeologico che non può essere sottratto alla cittadinanza. Se ne discuterà venerdì nell’assemblea pubblica che si svolgerà a Santa Marinella, nella sala Flaminia Odescalchi, presso la Chiesa di San Giuseppe. Quale futuro possiamo aspettarci per la nostra comunità, si domandano i cittadini, se con una mano si scava per riportare alla luce Castrum Novum, con l’altra si seppellisce Pyrgi, la chiesa paleocristiana, il porto romano e la storia medioevale del borgo?

Locandina dell’assemblea pubblica del 16 maggio, particolare – Comitato cittadino per la difesa del castello di Santa Severa