A Cerveteri, nel segno della memoria
Nella necropoli del Sorbo, si svolgerà, agli inizi di giugno, la terza edizione del Festival Internazionale per gli Etruschi, con nomi autorevoli dell’archeologia e delle istituzioni. Articolato in dieci sezioni, metterà in palio altrettanti premi, dal Kottabos al Ciak Caere
Nel cuore dell’Etruria, ricca di antiche vestigia, ancora oggi sembra di respirare gli usi e costumi dei rasenna. E proprio dall’attaccamento alle sue origini, l’attore e regista Agostino De Angelis ha tratto la linfa per ideare e tornare a proporre un festival fortemente identitario: un’iniziativa per raccontare tutto quello che ha preso vita da questa civiltà affascinante.

Agostino De Angelis nello spettacolo “E lucean e stelle”, Rocca di Tolfa – Sito Agostino De Angelis
La prima edizione del Festival Internazionale per gli Etruschi risale all’epoca del riconoscimento UNESCO delle necropoli di Cerveteri e Tarquinia. Dopo una lunghissima pausa, nel 2024 è arrivata la seconda edizione, e quest’anno, la terza. Si svolgerà, dal 3 al 5 giugno, all’interno della necropoli del Sorbo, ospite dell’istituto Scolastico Giovanni Cena, costruito all’interno del sito nel 1970, su ruderi etruschi, coinvolgendo gli allievi.

Il maestro De Angelis in uno spettacolo teatralizzato lungo la via degli Inferi, Necropoli della Banditaccia – ArcheóTheatron
L’obiettivo è proprio quello di avvicinare i ragazzi alla memoria della loro terra, un tesoro prezioso da custodire e valorizzare. I giovani studenti saranno protagonisti di piccoli sketch in materia di divinità ma anche di enogastronomia, sport e danza e di veri spettacoli come “L’Eneide storia dell’Europa” e quello su un celeberrimo artista: “Eufronio racconta la guerra di Troia”.

Nel 2004 le necropoli di Cerveteri e Tarquinia sono state riconosciute Patrimonio dell’Umanità – © Archivio Civinini
Gli allievi della secondaria invece faranno una visita guidata teatralizzata della necropoli, in collaborazione con l’etruscologa Simona Rafanelli, direttrice del Museo Archeologico di Vetulonia. In tutte le aule saranno esposte le immagini degli spettacoli di De Angelis, le ceramiche della Pithos Ancient Reproduction, di Roberto Paolini, esperto in riproduzioni etrusche e i costumi d’epoca di Teresa Venuto Ricciardi, fra cui naturalmente ci saranno anche abiti dei Tirseni.

L’ingresso di una tomba nella necropoli della Banditaccia – © Archivio Civinini
Molte gli incontri in calendario con nomi autorevoli dell’archeologia e delle istituzioni. Con l’archeologo Marcello Tagliente si discuterà del “Vino di Dioniso” un tema intrigante non solo perché il vino era un alimento molto amato e uno di prodotti più esportati dagli etruschi, ma che perché a differenza di quanto avveniva in Grecia, dove il convivio era riservato ai soli uomini, in Etruria anche le donne potevano partecipare al banchetto.

Riproduzione di una coppa per il vino (kylix) in ceramica di Exekias, foto Domenico Chiarino – Sito della Pithos Ancient Reproduction
Con il regista Marco Suotto si parlerà del “Potere del cinema nella storia” e anche di come utilizzare lo smartphone per fare documentari di buona qualità, mentre Lara Anniboletti illustrerà il progetto di rilancio del Museo Archeologico di Civitavecchia che dirige. Il Festival sarà articolato in 10 sezioni tematiche, dal cinema all’enogastromina, con i rispettivi premi, a cui è stato dato un nome rigorosamente etrusco, in questo caso il Ciak Caere e il Kottabos. Il Festival è realizzato con l’Associazione Culturale ArcheóTheatron, TourismA, “Archeologia Viva” della Giunti editore e promosso dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, con il patrocinio gratuito di Regione Lazio, Roma Capitale e Comune di Cerveteri. Insomma, gli etruschi continuano a vivere: siamo noi

Le lamine d’oro di Pyrgi, rarissimo esempio di testo bilingue che comprende anche l’etrusco – Sito ETRU