L’Italia si ama anche salvaguardando l’ambiente
Tutti insieme, con il FAI, possiamo salvare i “luoghi del cuore”. Per votarli c’è tempo fino al 15 dicembre. Il Fondo Ambiente, in partnership con Intesa Sanpaolo, ha già promosso 119 progetti di recupero e mappato 37 mila luoghi che interessano l’80% dei Comuni italiani.
di Barbara Civinini
“L’Italia è bella, è fatta di uomini bizzarri e di eroi” diceva Mario Tobino. E proprio per non perdere questo patrimonio di bellezza e di cultura il FAI, Fondo Ambiente Italiano, anche quest’anno ha proposto il censimento dei “Luoghi del cuore”, arrivato alla decima edizione.
Ma cosa sono questi luoghi? “Sono quei luoghi che gli uomini hanno amato, vissuto, intravisto, sognato e ricordato con nostalgia“, spiegava la fondatrice, Giulia M. Mozzoni Crespi, scomparsa la scorsa estate. Ognuno di noi è emotivamente legato a luoghi unici che rappresentano una parte importante della nostra vita e che vorremmo fossero protetti per sempre. Con la campagna del FAI è possibile votarli con un semplice click sul portale del Fondo, offrendogli un nuovo futuro.
I primi tre classificati saranno premiati con un budget da 50 a 30 mila euro, che verrà erogato solo dopo la presentazione di un progetto specifico di recupero. Inoltre, il luogo più votato via web diventerà protagonista di una video storia. Grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo il FAI ha già sostenuto 119 progetti di recupero in 19 regioni. Nelle nove edizioni realizzate sin qui, grazie a più di 7 milioni di voti ricevuti, è stato inoltre possibile costruire una mappatura unica e spontanea di oltre 37.000 luoghi dalle tipologie più varie, che interessano oltre l’80% dei comuni italiani.
Quest’anno il censimento si arricchisce di due classifiche speciali: l’“Italia sopra i 600 metri”, dedicata alle aree montane che da sole coprono il 54% del territorio della penisola, e i “Luoghi storici della salute”, relativa ai beni architettonici che hanno radici profonde nel nostro passato e che raccontano quanto il benessere abbia una storia antica fatta di terme romane, speziali e ospedali rinascimentali.
“Non c’interessa competere per il potere e per la ricchezza, come spesso avviene nella politica e nel mercato; ci preme invece unirci a tutte le istituzioni culturali per cooperare al vero, al bene e al bello della Patria e dei concittadini“, spiega il presidente Andrea Carandini. E poi chiosa, appassionatamente: “Italia ti amiamo”.
E’ proprio grazie al lavoro del FAI che possiamo scoprire luoghi carichi di storia e di fascino come l’ermo colle leopardiano. Grazie all’accordo firmato di recente tra il FAI, il Centro Nazionale di Studi Leopardiani e il Centro Mondiale di Poesia Leopardi è stato possibile gestire, valorizzandola, quella porzione del Colle, conosciuta come Orto delle Monache, da cui il poeta sofferente lanciava il cuore oltre le siepi e l’orizzonte. A pochi passi dalla casa natale di Giacomo Leopardi, infatti, nell’orto dell’antico Monastero di S. Stefano, il poeta ambientò la celebre poesia “L’Infinito”. E oggi da quel colle è possibile guardare lo stesso paesaggio a cui Leopardi affidava i suoi pensieri. Alla riapertura post Covid i visitatori potranno registrare la loro lettura della poesia che poi sarà condivisa in rete sul portale realizzato appositamente dal Fondo.