SENTENZA GREEN HILL: LAV CHIEDE UN’INCHIESTA AL MINISTRO LORENZIN
Un’inchiesta sull’operato dell’Ufficio del Ministero della Salute che ha dichiarato sempre in regola l’allevamento “Green Hill” condannato, il mese scorso, dal Tribunale di Brescia. Istituzione di una Commissione per procedere alle revisioni delle autorizzazioni ai Centri per la sperimentazione sugli animali, composta da personale che dia adeguate garanzie di preparazione scientifica e terzietà.
Sono queste le due richieste che la LAV ha rivolto al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, sostenuta da un’interrogazione parlamentare http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/93581/sf_highlight/green+hill delle senatrici Pd Silvana Amati, Daniela Valentini, Manuela Granaiola, Monica Cirinnà e Donella Mattesini. Il Ministero della Salute ha infatti ispezionato due volte l’allevamento di beagle a Montichiari (Brescia), nel luglio 2010 e nel gennaio 2012, relazionando, testualmente, che “non sono stati evidenziati segni riferibili a maltrattamenti”, “sono a disposizione arricchimenti ambientali”, “non si è registrato sovraffollamento”, “è stato approntato un ambulatorio per la cura degli animali e per gli eventuali interventi chirurgici”, “assenza di stereotipie o di atteggiamenti di apatia”, “le segnalazioni di maltrattamento non hanno trovato fondamento”. Proprio tutto il contrario di quanto poi accertato dai veterinari nominati ausiliari dal Corpo Forestale dello Stato, per l’inchiesta disposta dalla Procura della Repubblica di Brescia che ha portato al sequestro degli animali e alla condanna complessiva a quattro anni di reclusione per maltrattamenti e uccisioni di animali.
Non solo. In alcune e-mail, sequestrate dall’autorità giudiziaria e prodotte negli atti del processo, il 22 febbraio 2012 l’azienda lamenta di essere stata “preavvisata solo 30 minuti prima” di una ispezione, e afferma che il dottor Giovanni Botta https://www.salute.gov.it/portale/CV692009/Botta_Giovanni_04_2013.pdf del Ministero è entrato solamente nei capannoni 3 e 4 dell’allevamento, ignorando il n.1, il 2 e il 5, e che le superfici delle celle sono state misurate solamente in due casi e nel solo capannone 4, senza rilevare direttamente il peso dei cani al fine di verificare il corretto rispetto del rapporto tra peso e spazio così come dettato dal decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 116, allora vigente. Fra le domande che le parlamentari pongono nuovamente al Ministro della Salute (una precedente interrogazione http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/7938/sf_highlight/green+hill del 15 maggio 2013 non ha avuto ancora colpevolmente risposta) vi sono quelle che si focalizzano sul mancato coinvolgimento nelle ispezioni del personale del Ministero specializzato in protezione degli animali d’affezione, sul perchè le stesse ispezioni non sono comunque state svolte almeno in parte in maniera autonoma e per quali ragioni, a fronte della mancanza di microchip nei beagle, non sono state irrogate le relative sanzioni.