venerdì, Novembre 22, 2024
Attualità

Biologico. Contro truffe e falsi più controlli e trasparenza in tutti i passaggi della filiera

 

In particolare, secondo la Cia vanno aumentate le verifiche incrociate sui prodotti bio importati da Paesi terzi. Il settore fa sempre più gola alla criminalità perché in continua espansione da sette anni: solo in Italia il giro d’affari supera i 3 miliardi l’anno. 

guardia-di-finanza-sequestro-prodotti-alimentariLa truffa del falso bio importato dall’estero rende sempre più evidente la necessità di mantenere alta l’attenzione sul settore, lavorando sulla trasparenza e intensificando i controlli. Solo così si possono tutelare i consumatori e le aziende agricole italiane, che si sono guadagnate il primo posto in Europa e il sesto nella classifica mondiale per superfici dedicate al biologico. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, plaudendo alle nuove azioni della Guardia di Finanza di Pesaro nell’ambito della maxi operazione “Vertical Bio” con 35 persone denunciate e sequestri per oltre 26 milioni di euro.

Proprio perché si tratta di un mercato in continua espansione, che cresce a dispetto della crisi economica e del calo dei consumi convenzionali, il segmento del bio fa sempre più gola alle mafie e ai “professionisti della truffa agroalimentare”, pronti a falsificare carte e certificati pur di accaparrarsene una fetta -osserva la Cia-. D’altra parte, solo nell’ultimo anno il settore in Italia ha registrato un aumento dell’8 per cento degli acquisti, con un fatturato che ammonta a 2 miliardi di euro (3,1 se si considera anche l’export) e oggi il 76 per cento degli italiani dichiara di acquistare uno o più prodotti biologici almeno due volte al mese.

Per questo oggi più che mai bisogna lavorare sulle regole e prevedere politiche “ad hoc” che controllino i mercati. E’ indispensabile aumentare i controlli incrociati e applicare sanzioni e pene previste -sottolinea la Cia- ma soprattutto lavorare sulla trasparenza in tutti i passaggi della filiera. In particolare sono necessarie più ispezioni sui prodotti importati dai Paesi terzi non in equivalenza, dove cioè i metodi di produzione biologica e gli organi di controllo non sono ritenuti equivalenti ai nostri.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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