mercoledì, Dicembre 4, 2024
Arte e Cultura

Guglielmo Marconi e la sua finestra sull’invisibile

A 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi, Roma gli dedica una interessantissima mostra dove tra reperti, foto, documenti, filmati d’epoca, oggetti originali e installazioni mutlimediali è possibile ripercorrere l’intensa vita e conoscere le straordinarie scoperte del padre della radio.

Al Vittoriano, nella Sala Zanardelli, è ospitata la prima parte dell’esposizione. Qui si ripercorrono gli anni delle sperimentazioni giovanili di Marconi, la sua avventura imprenditoriale (partita dall’Inghilterra e proseguita oltreatlantico), la carriera istituzionale e l’attività politico-diplomatica, con affacci sugli aspetti più mondani legati alla sua notorietà internazionale. 

Nella sala Regia di Palazzo Venezia, invece, si scopre un Marconi più intimo: attraverso le vicende personali e familiari, ma anche attraverso il suo rapporto sempre molto intenso con il mare, grazie ad un’imbarcazione sede di esperimenti e relax, l’Elettra. 

Certamente uno degli italiani più illustri di sempre e uno dei più grandi inventori di tutti i tempi, Guglielmo Marconi viene dunque presentato su due diversi piani narrativi: da una parte il suo genio, le sue ricerche e le sue scoperte, con tutto il patrimonio ideale e tecnologico che ha lasciato in eredità al XXI secolo; dall’altro l’uomo, l’imprenditore, lo statista e il diplomatico. 

È il 1895 quando un colpo di fucile riecheggia nella campagna bolognese per segnalare che l’esperimento tentato dal ventenne Guglielmo è riuscito: utilizzare un apparecchio di sua creazione, posizionato nella soffitta-laboratorio della sua casa di Villa Grifone, per trasmettere un impulso che viene ricevuto a circa 2,5 chilometri di distanza, in località Pontecchio nei pressi del Colle dei Celestini, grazie a un ricevitore ed un’antenna (un palo con dei fili di rame e scatole di latta conficcati nel terreno). Era nata la comunicazione senza fili (“wireless”, diremmo oggi). 

La storia di questo esperimento e di questo “colpo di fucile”, che si dice sia stato sparato da Alfonso Marconi, suo fratello maggiore, e il maggiordomo, è la premessa per inoltrarsi tra i primi esperimenti del giovane prodigio, illustrati dall’esposizione di apparecchi sperimentali e da foto d’epoca. 

La giovinezza di Guglielmo, nato nel 1874 e perfettamente bilingue per via della madre irlandese, lo vede spesso in Inghilterra, educato tra studi poco regolari e lezioni private. Non frequenta l’Università di Bologna, dove è venuto al mondo, ma in seguito ai suoi brevetti e alla sua notorietà gli viene offerto il diploma di ingegnere ed un numero non accertato (almeno 15) di lauree ad honorem da atenei di tutto il mondo. Fino al premio Nobel per la Fisica assegnatogli nel 1909, a soli 35 anni («Un giorno sarà possibile mandare messaggi in ogni angolo della terra utilizzando una quantità così piccola di energia, che anche i costi saranno molto bassi», profetizzerà durante la cerimonia di consegna del premio).

All’inizio del 1896, trasferitosi a Londra con la madre Annie, Marconi deposita la sua prima richiesta di brevetto ed inizia a render note le sue scoperte con tutta una serie di spettacolari esperimenti all’aperto. Effettua esperimenti anche in Italia, come quello nel luglio del 1897 in cui invia da una stazione di terra presso La Spezia segnali telegrafici alla corazzata San Martino, in mare a oltre 13 miglia di distanza. L’esperimento riesce e l’Italia diventa il primo Paese ad adottare il nuovo sistema marconiano di comunicazione.

Ricostruzione dell’apparato utilizzato da Marconi nel primo esperimento di trasmissione da Villa Griffone (1895)

A soli 23 anni, pochi giorni dopo, Marconi costituisce a Londra la Wireless Telegraph & Signal Company, detenendone il 60% delle azioni, mentre successivamente, con un duro colpo agli scettici colleghi, riesce a trasmettere un segnale dalla Cornovaglia, in Europa, e l’isola di Terranova, in Nord America, dopo aver cercato i migliori siti dove installare le stazioni che avrebbero dovuto lanciare e ricevere segnali.

La mostra documenta con precisione, attraverso foto, filmati, articoli di giornali e riviste, come via via le nuove tecnologie wireless dell’epoca vengano adottate in tutto il mondo, navi comprese.

Particolare evidenza è data al naufragio del Titanic ed al salvataggio, proprio grazie all’invenzione di Marconi, di tante vite umane che si ritrovarono fra le onde dell’Oceano Atlantico settentrionale nella notte del 15 aprile 1912. A tal proposito, è presente una bella ricostruzione di come si presentava la cabina del marconista a bordo del transatlantico inglese, da cui l’operatore lanciò i suoi famosi SOS; sono presenti tutti gli strumenti d’epoca targati “Marconi”: detector magnetico, telegrafo, trasmettitore, ricevitore, cuffie.

Ricostruzione della cabina del marconista a bordo del Titanic

Guglielmo Marconi è stato anche un abile imprenditore: sono tantissimi i brevetti ottenuti, tra miglioramenti delle sue invenzioni e richieste di registrazioni in Stati diversi. L’European Patent Office, solo fra il 1897 ed il 1910, ne registra sessantasette. Importanti per decretare lo sviluppo delle sue aziende, rapido in tutto il mondo, sono anche gli accordi commerciali, ad esempio con i Lloyds o con lo stesso Governo italiano: per quest’ultimo Marconi costruisce nel 1911 la più potente stazione di trasmissione nel mondo a Coltano (Pisa), costantemente collegata con Massaua, in Eritrea (colonia italiana dal 1890), distante 3.200 chilometri.

L’inventore-imprenditore Marconi è anche lungimirante: presto, infatti, si rende conto di come le sue innovazioni tecnologiche possano essere utilizzate nel campo dell’intrattenimento.

Già nel 1899 aveva fatto sensazione una radiocronaca in diretta dell’America’s Cup. Così fu considerata fenomenale la trasmissione nel 1920, a partire dalla sede inglese della sua società a Chelmsford, di un recital di Nellie Melba, famosa soprano australiano dell’epoca, che si dice fu ascoltato fino in Iran: un evento considerato il primo programma radiofonico di pubblico intrattenimento al mondo. 

Di lì a due anni, nel 1922, nasce la BBC, di cui anche Marconi deteneva le azioni e, nel 1924, in Italia, l’antesignana della RAI, l’URI-Unione Radiofonica Italiana (a cui il MAXXI ha dedicato una mostra in occasione dei 100 anni), con una società del gruppo Marconi che vi partecipa come azionista di maggioranza.

Una sezione della mostra è poi dedicata ad un aspetto forse meno conosciuto di Guglielmo Marconi: il suo essere uomo a servizio dello Stato. 

Nominato senatore nel 1914, frequentatore delle alte gerarchie militari italiane ed inglesi, Marconi incontrò spesso durante la sua vita capi di Stato e reali, dai Savoia al Kaiser Guglielmo II, da Franklin Delano Roosvelt ai sovrani inglesi e belgi. 

L’incarico senza dubbio più importante che ricevette fu quello di Plenipotenziario nella Delegazione italiana per la Conferenza di pace di Parigi alla fine della Prima Guerra mondiale. In relazione a ciò la mostra presenta un documento di grande valore storico: la pagina del trattato di Saint-Germain del 10 settembre 1919, che sigla la pace con l’Austria, con le firme autografe dei Plenipotenziari italiani.

Gli anni Venti e Trenta del secolo scorso sono per Marconi i più “pubblici”: quelli in cui il personaggio è ormai molto famoso e viene filmato e fotografato, come è possibile rendersi conto dalle numerosissime foto e dai filmati presenti nella mostra.

Da non perdere è il filmato Luce del 2 febbraio 1933 in cui, con reciproci discorsi, Marconi inaugura la nuova stazione della Radio Vaticana alla presenza di papa Pio XI, o quello del battesimo della figlia Elettra, nata dal suo secondo matrimonio, somministrato dal futuro Pio XII. 

Della grande popolarità dello scienziato italiano danno ampia testimonianza anche lettere di ammiratori, cartoline di rame, elogi, poesie, composizioni musicali e molto altro materiale.

Negli anni, la carriera istituzionale, la notorietà internazionale e le occasioni mondane portano poi Marconi a stringere amicizie eccellenti: ad esempio con Gabriele D’Annunzio e Luigi Pirandello (fu Marconi a candidarlo per il Nobel), Enrico Caruso e Giacomo Puccini (Marconi amava suonare al pianoforte i suoi brani), fino a Maria Montessori, del cui metodo di insegnamento pedagogico fu grande estimatore, patrocinando l’Associazione Internazionale Montessori, creata nel 1929, e mandando i figli alla sua scuola.

In definitiva, come leggiamo da una delle numerose didascalie che corredano la mostra, la genialità e lo spirito innovativo dello scienziato italiano aprirono senza dubbio la strada a scenari inimmaginabili per l’epoca in cui visse: non solo perché sulle onde di Marconi viaggiarono richieste di soccorso epocali, ma anche voci, notizie, musica e, in ultima analisi, conoscenza a livello globale.

Autore

  • Silvia Gravili

    Nata nell’81, dopo la laurea magistrale conseguita con lode e un dottorato di ricerca su sviluppo territoriale, turismo, sostenibilità e valorizzazione dei prodotti tipici delle filiere agroalimentari e artigianali, si è specializzata in Social media management. Esperta di comunicazione istituzionale, relazioni pubbliche e comunicazione di sostenibilità, attualmente svolge la sua attività al CIHEAM, l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari.

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