giovedì, Novembre 21, 2024
AmbienteUnione europea

Spinta Ue per migliorare la qualità dell’aria

Oggi la presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio su una proposta volta a fissare norme dell’UE in materia di qualità dell’aria da raggiungere con l’obiettivo di azzerare l’inquinamento e contribuire in tal modo a creare un ambiente privo di sostanze tossiche nell’UE entro il 2050. Cerca inoltre di allineare gli standard di qualità dell’aria dell’UE alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

L’accordo deve ancora essere confermato da entrambe le istituzioni prima di passare attraverso la procedura di adozione formale.

Come sottolineato da Alain Maron, ministro del governo della regione di Bruxelles-Capitale, responsabile per il cambiamento climatico, l’ambiente, l’energia e la democrazia partecipativa, “per l’UE, la salute dei suoi cittadini è una priorità. Questo è ciò che abbiamo dimostrato oggi con questo accordo cruciale che contribuirà a realizzare l’ambizione dell’UE di azzerare l’inquinamento entro il 2050. Le nuove regole miglioreranno drasticamente la qualità dell’aria che respiriamo e ci aiuteranno a contrastare efficacemente l’inquinamento atmosferico, riducendo così le morti premature e i rischi per la salute”.

Principali elementi dell’accordo

Rafforzare gli standard di qualità dell’aria

Con le nuove norme, i colegislatori hanno convenuto di stabilire norme dell’UE rafforzate in materia di qualità dell’aria per il 2030 sotto forma di valori limite e valori-obiettivo più vicini agli orientamenti dell’OMS e che saranno riesaminati periodicamente. La direttiva riveduta copre una serie di sostanze inquinanti atmosferiche, tra cui le polveri sottili e il particolato (PM2,5 e PM10), il biossido di azoto (NO2), il biossido di zolfo (SO2), il benzo(a)pirene, l’arsenico, il piombo e il nichel, tra gli altri, e stabilisce norme specifiche per ciascuna di esse. Ad esempio, i valori limite annuali per gli inquinanti con il più alto impatto documentato sulla salute umana, PM2,5 e NO2, verrebbero ridotti rispettivamente da 25 μg/m³ a 10 μg/m³ e da 40 μg/m³ a 20 μg/m³.

L’accordo provvisorio offre agli Stati membri la possibilità di chiedere, entro il 31 gennaio 2029 e per motivi specifici e a condizioni rigorose, una proroga del termine per il raggiungimento dei valori limite di qualità dell’aria:

  • fino al 1º gennaio 2040 per le zone in cui la conformità alla direttiva entro il termine previsto risulterebbe irrealizzabile a causa di specifiche condizioni climatiche e orografiche o in cui le necessarie riduzioni possono essere conseguite solo con un impatto significativo sui sistemi di riscaldamento domestico esistenti
  • entro il 1° gennaio 2035 (con possibilità di proroga di altri due anni) se le proiezioni indicano che i valori limite non possono essere raggiunti entro il termine di raggiungimento.

Per richiedere tali rinvii, gli Stati membri dovranno includere proiezioni sulla qualità dell’aria nelle loro tabelle di marcia per la qualità dell’aria (da stabilire entro il 2028) che dimostrino che il superamento sarà mantenuto il più breve possibile e che il valore limite sarà raggiunto al più tardi entro la fine del periodo di rinvio. Durante il periodo di rinvio, gli Stati membri dovranno inoltre aggiornare regolarmente le loro tabelle di marcia e riferire in merito alla loro attuazione.

Tabelle di marcia e piani d’azione a breve termine

Nei casi in cui viene superato un valore limite o un valore-obiettivo o vi è un rischio concreto di superare le soglie di allarme o di informazione per determinati inquinanti, il testo impone agli Stati membri di stabilire:

  • una tabella di marcia per la qualità dell’aria prima della scadenza, se tra il 2026 e il 2029 il livello di inquinanti supera il limite o il valore-obiettivo da raggiungere entro il 2030
  • piani per la qualità dell’aria per le zone in cui i livelli di inquinanti superano i valori limite e i valori-obiettivo stabiliti nella direttiva dopo la scadenza del termine
  • piani d’azione a breve termine che stabiliscano misure di emergenza (ad esempio limitazione della circolazione dei veicoli, sospensione dei lavori di costruzione, ecc.) per ridurre il rischio immediato per la salute umana nelle zone in cui saranno superate le soglie di allarme

I colegislatori hanno convenuto di includere requisiti meno rigorosi per stabilire piani d’azione sulla qualità dell’aria e a breve termine nei casi in cui il potenziale di riduzione di determinate concentrazioni di inquinanti sia fortemente limitato a causa delle condizioni geografiche e meteorologiche locali. Per quanto riguarda l’ozono, nei casi in cui non vi sia un potenziale significativo di riduzione delle concentrazioni di ozono a livello locale o regionale, i colegislatori hanno convenuto di esentare gli Stati membri dall’elaborazione di piani per la qualità dell’aria, a condizione che forniscano alla Commissione e al pubblico una giustificazione dettagliata di tale esenzione.

Clausola di revisione

Il testo concordato in via provvisoria invita la Commissione europea a rivedere gli standard di qualità dell’aria entro il 2030 e successivamente ogni cinque anni, al fine di valutare le opzioni per l’allineamento con le recenti linee guida dell’OMS e le più recenti evidenze scientifiche. Nel suo riesame, la Commissione dovrebbe valutare anche altre disposizioni della direttiva, comprese quelle relative al rinvio dei termini di conseguimento e all’inquinamento transfrontaliero.

Sulla base del suo riesame, la Commissione dovrebbe quindi presentare proposte per rivedere le norme di qualità dell’aria, includere altri inquinanti e/o proporre ulteriori azioni da intraprendere a livello dell’UE.

Accesso alla giustizia e diritto al risarcimento

La proposta di direttiva stabilisce disposizioni volte a garantire l’accesso alla giustizia per coloro che hanno un interesse sufficiente e vogliono contestarne l’attuazione, comprese le ONG che si occupano di salute pubblica e ambiente. Qualsiasi procedura di ricorso amministrativo o giurisdizionale dovrebbe essere equa, tempestiva e non eccessivamente onerosa, e le informazioni pratiche su tale procedura dovrebbero essere rese pubbliche.

In base alle nuove norme, gli Stati membri dovrebbero garantire che i cittadini abbiano il diritto di chiedere e ottenere un risarcimento qualora si siano verificati danni alla loro salute a seguito di una violazione intenzionale o colposa delle norme nazionali di recepimento di talune disposizioni della direttiva.

Il testo modificato dai colegislatori chiarisce e amplia inoltre i requisiti per gli Stati membri di stabilire sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive per coloro che violano le misure adottate per attuare la direttiva. A seconda dei casi, dovranno tenere conto della gravità e della durata della violazione, se è ricorrente, e delle persone e dell’ambiente che ne sono colpiti, nonché dei benefici economici reali o stimati derivanti dalla violazione

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