Salvini come il lupo cattivo di Cappuccetto Rosso
Ha retto fino all’ultimo ma poi non ce l’ha fatta più. Nella settimana che ci porterà al voto Matteo Salvini getta la spugna e rinnega la sua “storica” amicizia per Mosca. “Durante la guerra – si lascia andare – ho cambiato idea su Putin”.
Ci ha messo sette mesi, per… “convertirsi”. Si direbbe meglio tardi che mai! Ed era quello che molti suoi elettori si attendevano per poterlo votare senza doversi turare il naso. Era quello che soprattutto Giorgia Meloni in cuor suo sperava, e per il quale da settimane hanno lavorato i suoi “ambasciatori”.
Anche lei, del resto, si era dovuta in qualche modo “incipriare” per non rallentare la corsa verso la vittoria: in soffitta la Giorgia di Vox, toni meno accesi nei comizi (quando non le scappa la frizione), buon viso a cattivo gioco verso qualche contestatore (fino a mordersi le labbra), trasformazione delle critiche degli avversari in democratico dibattito elettorale.
Tuttavia, se sulla candidata Premier della Coalizione Destra il giudizio di alcuni commentatori è più benevolo, fino ad accreditarle una raggiunta maturità politica, dubbi sorgono su Matteo Salvini, soprattutto per i tempi, troppo a ridosso del voto e quindi abbastanza sospetti. Diciamo che quasi nessuno ci crede. Un po’ come la favola del lupo cattivo che si ammansisce per ingannare Cappuccetto Rosso.
Tempo per ricredersi, il segretario della Lega ne ha avuto parecchio e solo ora riconosce la guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina, con tutte le barbarie che la stanno accompagnando? Solo ora parla di invasione? “Ma mi faccia il piacere”…, direbbe Totò!