sabato, Novembre 23, 2024
Arte e Cultura

Un omaggio a Dante e alla primavera

A 700 anni dalla scomparsa del Divin Poeta sui social del Ministero della Cultura anteprima della mostra “Dante e l’arte della medicina”, evento digitale della Biblioteca Medica Statale di Roma

La primavera è sempre stata associata alla rinascita, al nuovo germogliare delle piante, della vita, e alla vigilia dell’equinozio, quel momento particolare in cui il giorno e la notte hanno stessa la durata, il Ministero della Cultura, attraverso i suoi profili social ha lanciato in anteprima la mostra “Dante e l’arte della medicina”: un omaggio alla primavera e alla poesia con le piante officinali della “Divina Commedia”.

Dante e l’arte della medicina – MiC

Così su Facebook, Twitter e Instagram è stato anticipato un assaggio delle preziose tavole che saranno esposte alla Biblioteca Medica Statale di Roma per la mostra “Dante e l’Arte della Medicina”, che verrà inaugurata online sul sito dell’Istituto il 25 marzo, Giornata Nazionale dedicata a Dante Alighieri. Dunque, nell’anno delle celebrazioni per i settecento anni dalla morte del sommo poeta, anche la primavera si declina con significati ‘inediti’, quelli delle piante officinali, erbe e fiori citati nella “Divina Commedia” come elementi simbolici dal valore allegorico.

Piante officinali, erbe e fiori con la “Divina commedia” – MiC

L’autore di riferimento per il poeta fiorentino era Dioscoride Pedanio, botanico e medico greco vissuto nella Roma imperiale sotto Nerone. Lo cita nel quarto canto dell’Inferno, collocandolo nel primo cerchio, il Limbo, con l’epiteto di “buon accoglitor delle qualità delle erbe”. Discoride, nativo di Anazarbo, un’antica città della Cilicia, l’attuale Turchia, è conosciuto soprattutto per il suo trattato “Sulle erbe mediche”, un erbario scritto in lingua greca che ebbe una certa influenza nella medicina medievale e rimase in uso fino al XVII secolo, quando venne superato dalla nascita della moderna medicina.

L’anno di Dante – MiC

Le tavole postate dal MiC sono preziose illustrazioni tratte da opere mediche del XVI e XIX secolo di Pietro Andrea Mattioli, Cristobàl Acosta, Felice Cassone e Gaetano Savi accompagnate da alcune terzine del poeta in cui sono citati il gelso, il mirto e l’ulivo. In realtà la conoscenza degli effetti benefici o nocivi dei vegetali risale alla preistoria. Un notevole apporto alla conoscenza delle erbe officinali viene dato dalla civiltà greca intorno al 500 a.C. Ippocrate e Aristotele s’interessano di botanica e di scienze naturali. Galeno, medico greco-romano il cui pensiero domina in Occidente fino al Rinascimento, espone la sua dottrina in trattati di farmacologia.

Dante, particolare, Andrea del Castagno, affresco, 1449-48 – Galleria degli Uffizi

A partire dal VI secolo si afferma, grazie al monachesimo, una farmacopea empirica che trae la materia prima dall’Hortus simplicium, il luogo destinato alla coltivazione e allo studio delle piante medicinali. Orti dei semplici che torneranno in versione didattica nel XVI secolo con l’istituzione delle prime cattedre universitarie di botanica sperimentale, fino ad arrivare, nel XIX secolo, a una vera e propria produzione semi industriale di sciroppi, soluzioni alcoliche, capsule, compresse e pomate. Insomma, un’occasione in più per conoscere non solo l’Alighieri ma anche la nostra storia perché, come insegna il ministro Franceschini, “Dante è la nostra lingua, è l’idea stessa di Italia”.

Barbara Civinini

Autore

  • Giornalista Pubblicista, esperta in tecniche sociali dell’Informazione, redattrice dell’Editrice cooperativa “Il Ventaglio”, addetta stampa delle cooperative pesca della Lega (ANCP), redattrice esterna della pagina agricola de “La Voce Repubblicana”, addetta alle Pari Opportunità del Gruppo di Specializzazione agroalimentare della FNSI, divenuto UNARGA, poi consigliere dell’ARGA Lazio, è stata direttrice responsabile della testata del Gruppo Archeologico di Volontari del territorio Cerite, “L’Aruspice”, per più di dieci anni. Dal 2001 è stata funzionario del Comune di Roma, per il quale ha ottenuto l’European Computer Driving Licence (ECD), e nel 2006 è stata nominata membro supplente per l’Amministrazione comunale della Commissione Pari Opportunità. Oggi in pensione anticipata, continua a coltivare la sua passione per il giornalismo e la scrittura come figlia d’arte. Suo padre, Sergio Civinini, noto giornalista dell’agroalimentare, scomparso prematuramente, è stato per innumerevoli anni vicepresidente dell’allora Associazione Stampa Agricola, Gruppo di Specializzazione della FNSI, oggi UNARGA.

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