giovedì, Novembre 21, 2024
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Aranciate: obbligatorio succo minimo al 20%

Nuove disposizioni –  valide solo per il nostro Paese – innalzano il contenuto minimo di vero succo in una delle bibite più apprezzate dai consumatori

Dopo anni di bevande indicate come succo d’arancia in cui del prezioso agrume non c’era quasi traccia ecco il nuovo provvedimento che innalza l’obbligo dal 12 al 20% del contenuto di succo d’arancia per le bevande analcoliche prodotte nel nostro Paese e commercializzate con il nome dell’arancia a succo o recanti denominazioni che a tale agrume si richiamino.

La nuova normativa, entrata in vigore il 6 marzo,  sostituisce la legislazione che dal 1958 ha regolato il settore. Un passo avanti non solo a tutela degli agrumicoltori, ma soprattutto del consumatore.  Secondo alcuni studi diffusi da Coldiretti infatti le bevande che contengono almeno il 20% di questo succo aiutano a soddisfare il consumo giornaliero di vitamina C, attivando così tutto l’insieme di sostanze fitochimiche che possono incidere positivamente sulle difese del nostro sistema immunitario.

Le nuovi disposizioni – valide solo per il nostro Paese –  dovrebbero incidere con l’utilizzo di circa 200 milioni di chili in più di arance, anche se non essendo stato introdotto l’obbligo in etichetta con l’indicazione del luogo di produzione, questo potrebbe non concretizzarsi in un vantaggio diretto per i produttori nostrani.

L’intero settore soffre infatti da anni di una profonda crisi strutturale.  Negli ultimi 15 anni nel nostro Paese sarebbero andati persi circa 60mila ettari dedicati alla coltura di agrumi , mentre l’intera superficie a loro dedicata si attesta adesso a circa 124 mila ettari.

A mantenere il primato nella loro coltivazione le regioni simbolo di questo frutto la Sicilia con 71 mila ettari e la Calabria con 30mila.

Secondo gli ultimi dati diffusi da Ismea,  il settore subisce però  sempre più la concorrenza internazionale.  Spagna e Turchia in particolare sono diventati i nostri maggiori competitor e non solo sulle piazze straniere, ma anche sul mercato  interno dove le importazioni sono salite di circa il 20%.

 

Cristiana Persia

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