venerdì, Novembre 22, 2024
Agricoltura

L’agricoltore biodinamico? E’ giovane, laureato e.. donna

Tracciato l’identikit di chi in agricoltura pratica la biodinamica. Molti i giovani e le donne, mentre aumenta la competenza professionale per coniugare sempre più tradizione e innovazione

Che l’agricoltura sostenibile sia considerata una nuova frontiera lavorativa per il futuro?  Stando allidentikit tracciato dall’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, riunita oggi a Milano per l’Assemblea Nazionale,  sembrerebbe proprio di sì: i numeri che indicano il profilo dell’agricoltore biodinamico tipo evidenziano un 36% di giovani sotto i 35 anni (contro l’11% nell’agricoltura convenzionale), con un 28% di laureati (+3% rispetto alla media nazionale) e un 43% di diplomati e ben il 46% di donne. Una figura che ben si allinea a quello che sta di fatto diventando un settore strategico per il paese, quello della bio-agricoltura – che oggi ricopre complessivamente oltre l’12% di suolo coltivato – capace di esprimere il comparto di punta dell’innovazione, della ricerca e della qualità in campo agricolo.

“La nostra associazione conta oggi circa 1.000 soci, un numero mai raggiunto fino ad oggi”, spiega Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica.  “La nostra crescita ci dice che l’Italia ha tutte le carte in regola per diventare la piattaforma mondiale di un nuovo modello agricolo, ecologico e resiliente. Parliamo non solo di un modo per coltivare la terra in armonia con l’ambiente e per produrre prodotti più buoni, più sani e più sicuri, ma soprattutto di una chiave per riformare la società, per far ripartire l’economia, per creare nuovi posti di lavoro, soprattutto fra i giovani e per difendere il territorio.”

Già oggi l’Italia è il maggior paese esportatore di biologico nel mondo con circa 1 miliardo e 300 milioni di fatturato, mentre il mercato interno vale ben 3 miliardi e seicento milioni di euro. Inoltre l’agricoltura biodinamica (la parte più legata alla fertilità dei suoli all’interno del più complessivo mondo del bio) vede nel nostro Paese una vera e propria terra d’elezione, visto che l’Italia è seconda al mondo per ettari certificati. Un microcosmo composto da oltre 4500 fra piccole e grandi aziende che contribuisce a creare quel  quadro d’insieme che rende il nostro paese unico e speciale nel panorama internazionale, fatto di agricoltura, alimentazione, paesaggio, ambiente, turismo e artigianato.

 

Cristiana Persia

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