Energie rinnovabili: Italia al terzo posto in Ue
di Gianluca De Angelis
L’Italia non solo è riuscita a superare gli obiettivi di sostenibilità energetica richiesti dall’UE entro la fine del decennio ma, con diversi anni di anticipo, si è posizionata addirittura terza in Europa per quanto riguarda i consumi alimentati da fonti rinnovabili. È questo quello che emerge da un rapporto del Gse (Gestore Servizi Energetici) intitolato “Fonti Rinnovabili in Italia e in Europa, verso gli obiettivi al 2020”, che fa riferimento al 2016: se la media europea del settore green è di circa il 17,04%, infatti, il nostro Paese arriva a un consumo complessivo di rinnovabili di 17,41%, superando quindi l’overall target richiesto.
Un numero già di per sé incoraggiante, ma che migliora ulteriormente se si guardano specificatamente i singoli settori: per quanto riguarda l’elettrico, ad esempio, la quota green è di addirittura il 34,01%, quasi 5 punti in più rispetto alla media europea di 29,60%, anche se sono richiesti ancora miglioramenti per quanto riguarda l’elettrificazione dei trasporti (ancora lontana da una quota significativa).
Per quanto riguarda la crescita generale di eco sostenibilità, il rapporto ha fatto emergere come il Paese che abbia aumentato maggiormente (e nel tempo più rapido) i consumi da fonti di energia rinnovabili sia la Germania, con un incremento di 18,1 Mtep (l’unità di misura di tonnellate equivalenti di petrolio). Anche qui l’Italia, però, si posiziona in alto, ovvero al secondo posto a pari merito con la Gran Bretagna: l’incremento italiano arrivato a 21,1 Mtep ha infatti raddoppiato il consumo di “green”, che partiva da 10,7 Mtep nel 2005. La cifra è molto significativa: basti pensare che, prendendo il consumo totale europeo di 195 Mtep di energia da fonti rinnovabili, l’Italia ne costituisce circa l’11%.
Una parte significativa del rapporto si concentra poi su uno studio approfondito del consumo di energie sostenibili nei centri urbani, ovvero dove “si concentra l’80% delle attività economiche globali e, di conseguenza, la maggior parte delle emissioni climalteranti”. L’approfondimento, chiamato appunto “Città sostenibili: buone pratiche nel mondo”, sottolinea come sia possibile applicare alcune pratiche ecosostenibili già ampiamente diffuse in centri di dimensioni inferiori anche in grandi città, in modo da aumentare uno stile di vita più in linea con il rispetto per l’ambiente. Tra le città maggiormente efficienti è risaltata ad esempio Milano, vincitrice dell’Eurocities Award nel 2015, con iniziative per migliorare il trasporto pubblico che hanno ridotto l’uso delle automobili private del 30%. Zurigo, invece, è stata elogiata per quanto riguarda la riduzione delle emissioni, mentre Anversa e Parigi hanno puntato molto su programmi di decongestionamento del traffico urbano e sull’aumento dell’utilizzo della mobilità elettrica.
Una serie di performance nazionali degne di nota, quindi, che riescono a trovare spazio in un clima di profonda scontentezza per quanto riguarda i meriti italiani a livello europeo. Dedicare tutta l’attenzione del caso a questi numeri, dopotutto, è il primo passo per sfatare almeno in parte la percezione negativa che i cittadini italiani hanno nei confronti dell’impegno del proprio Paese, dati alla mano.