mercoledì, Novembre 27, 2024
Water vapor rises from the NRG Energy Inc. WA Parish generating station in Thompsons, Texas, U.S., on Thursday, Feb. 16, 2017. The plant is home to the Petra Nova Carbon Capture Project, a joint venture between NRG Energy and JX Nippon Oil & Gas Exploration Corp., which reportedly captures and repurposes more than 90% of its own Co2 emissions. Photographer: Luke Sharrett/Bloomberg via Getty Images
AmbienteAttualità

Usa, Ivanka Trump prova a “salvare” l’accordo sul clima di Parigi

La figlia del presidente degli Stati Uniti d’America arruola Exxon e Shell. Lo scopo è quello di far cambiare idea alla Casa Bianca e portare avanti  gli accordi sul clima firmati durante la Cop21 di Parigi

Ivanka Trump, figlia del presidente Usa Donald Trump, ha lanciato una agguerrita quanto singolare campagna di persuasione per convincere la Casa Bianca a mantenere gli impegni assunti nell’ambito degli accordi climatici di Parigi. Assieme alla figlia del presidente si sono schierate, paradossalmente, una serie di compagnie petrolifere e del carbone, che faranno valere la loro posizione agli incontri di alto livello convocati dall’amministrazione a partire da oggi.

Cheniere Energy, esportatore Usa di gas naturale liquefatto, è soltanto l”ultimo nome nella consistente lista di compagnie degli idrocarburi che si sono schierate per il mantenimento degli obiettivi di riduzione dell’anidride carbonica sottoscritti a Parigi dalla precedente amministrazione presidenziale di Barack Obama.

“Le compagnie energetiche domestiche saranno meglio posizionate per competere a livello globale se gli Stati Uniti continueranno ad aderire all’accordo di Parigi”, ha scritto Cheniere in una nota, definendo l’accordo sul clima “uno strumento utile per rafforzare la domanda di risorse energetiche statunitensi e sostenere la crescita dell’industria Usa”.

Tra i colossi di petrolio, gas e carbone schieratisi sulla stessa linea figurano anche Exxon Mobil Corp, Royal Dutch Shell e Bp Plc. A sostenere l’uscita dal trattato, invece, sono soprattutto il capo della strategia della Casa Bianca, Stephen Bannon, e il direttore dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa), Scott Pruitt, secondo cui i vincoli alle emissioni costituiscono un onere consistente e arbitrario alla crescita economica e occupazionale degli Stati Uniti.

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