giovedì, Novembre 21, 2024
Attualità

L’agricoltura biologica appaga la nostra voglia di verde

Secondo il CREA il biologico riveste una funzione centrale nell’ottica del consumo sostenibile ed è testimoniato sia dal mercato in costante espansione sia dalle politiche di settore.

L’agricoltura ed in generale il settore del biologico si sta affermando fra i consumatori come un oggetto di scelte di acquisto e di consumo consapevoli, attente a salvaguardare l’ambiente, la salute e il benessere individuale. In tal senso il Crea, con il suo centro di Politiche e bioeconomia, partendo da un’analisi delle politiche orientate a favorire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei consumi alimentari, si è focalizzato sul settore biologico delineando alcune possibili strategie per incrementarne la domanda di prodotti che favoriscano la sostenibilità del sistema agroalimentare.

Grazie al lavoro Il consumo sostenibile dalla teoria alla pratica. Il caso dei prodotti biologici, pubblicato sullo stesso sito del Crea,   scopriamo che l’aumento della domanda di prodotti biologici passa sicuramente attraverso la percezione che i consumatori hanno della sostenibilità ambientale ad essi associata. Le preferenze alimentari dei consumatori, infatti, oggi sono sempre più orientate verso prodotti considerati “verdi”, possibilmente comprovati anche dalla presenza di marchi di certificazione che ne sanciscano la maggiore salubrità e i maggiori benefici sull’ambiente.

Pertanto le azioni legate alla corretta comunicazione, formazione ed educazione risultano determinanti per le scelte dei consumatori e vanno ad intrecciarsi con misure nate per accrescere la consapevolezza dei consumatori e la trasparenza dei processi produttivi. Tali iniziative rappresentano indubbiamente il primo step del processo in atto per realizzare cambiamenti più radicali e incisivi nelle abitudini di consumo. Ma tutto questo, secondo il Crea, non basta.  È necessario infatti un approccio integrato di vari strumenti che promuovano comportamenti di consumo virtuosi, come ad esempio le campagne di educazione alimentare incentrate sulla armonizzazione di una corretta ed equilibrata composizione della dieta e sull’introduzione di prodotti biologici in quanto più sostenibili e amici dell’ambiente.

È senz’altro auspicabile, poi, la collaborazione fra i settori pubblico e privato da cui possono scaturire nuovi modelli alimentari e di consumo sostenibile dove confluiscano anche obiettivi di tutela sociale e lotta allo spreco.

Tutte queste dinamiche, risalta dagli studi del Crea, accadono già in maniera più evidente in alcune realtà locali, dove le esigenze dei consumatori sono più riconoscibili e gli interventi di governance che coinvolgono tutti gli attori della filiera sono più facilmente gestibili. Qui è possibile riscontrare le esperienze più innovative e di sperimentazione, dove il biologico è diventato il modello di produzione e di consumo di riferimento. Questo tipo di esperienze, conclude una nota del Crea, andrebbero sì incentivate, ma soprattutto estese dalla dimensione locale a contesti più ampi fino a raggiungere la dimensione regionale e nazionale.

Autore

Hide picture