venerdì, Novembre 22, 2024
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Arci e Legambiente: “Piano lupo? Abbatterli rischia di creare disequilibri”

Dopo una riunione tecnica tra Governo e Regioni, che nei giorni scorsi aveva dato il via libera all’abbattimento controllato del 5% della popolazione lupina, insorgono le associazioni ambientaliste, le quali definiscono la proposta un via libera alla caccia.

“Assolutamente inutile e addirittura controproducente”. Si esprimono così Legambiente e Arci Valle d’Aosta riguardo l’abbattimento previsto dal Piano di conservazione del lupo che sarà votato il 2 febbraio dal ministro dell’Ambiente e dai rappresentanti delle Giunte regionali.

“Tra le 22 misure proposte per favorire la convivenza fra lupi e attività agricole – si legge in una nota – vi è la possibilità di abbattimento di un massimo del 5% degli esemplari presenti in Italia. A tutt’oggi sono pochi, circa 2000, i lupi presenti sul territorio italiano, in gran parte sugli Appennini. Il provvedimento è quindi inutile e controproducente: è infatti noto a tutti gli esperti che il nomadismo a larghissimo raggio dei lupi, che vanno dove c’è da mangiare, riporterebbe in breve tempo altri esemplari nei territori dove intervenissero abbattimenti. La misura, ove adottata impropriamente, rischia poi di creare disequilibri e depotenziare le altre misure veramente utili a gestire correttamente il fenomeno” conclude la nota.

Tra le varie iniziative promosse dalle associazioni animaliste, e non, troviamo la Lav (Lega Anti Vivisezione), che ha lanciato la campagna social #cacciaunNO, in cui chiede ai governatori delle Regioni di fare propria la dichiarazione “Viva il lupo” e votare contro l’uccisione dei lupi giovedì prossimo. Su Change.org c’è invece la petizione “Salva il lupo” organizzata dal responsabile nazionale Verdi Tutela e salute degli animali, che ha già quasi raggiunto l’obiettivo dei 75mila firmatari ed è sostenuta anche da Enpa, Lav, Leal, Lac e Nala. Una volta completa sarà consegnata al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Bonaccini.

Legambiente segnala infine che il Piano, per imposizione del ministero dell’Economia e Finanza, non prevede l’individuazione di risorse economiche, indispensabili per l’attuazione delle diverse misure previste, e ricorda che il precedente Piano nazionale del 2002 fallì anche e soprattutto per la mancanza di attori, tempi e risorse chiaramente predefinite.

Di diverso avviso invece il biologo genovese Andrea Marsan, uno de massimi esperti di fauna selvatica e docente a contratto di Zootecnia all’Università di Genova, il quale plaude al cosiddetto Piano Lupo e argomenta così la sua opinione: “Penso che il piano proposto dal ministero dell’ambiente sia coerente perché se è vero che in città tutti amiamo i lupi non possiamo negare che in campagna ci sia un conflitto con chi ha un’attività agricola. Ma l’obiettivo del piano è quello di fare soprattutto prevenzione. Se questa verrà fatta gli abbattimenti non saranno necessari. Ma gli eventuali abbattimenti serviranno anche a frenare il fenomeno del bracconaggio, che è oggi la prima causa di morte dei lupi, perché da un lato il piano prevede un inasprimento della sorveglianza e delle sanzioni, dall’altro gli agricoltori sentendosi più tutelati dall’insieme del piano saranno disincentivati a farsi giustizia da soli. Anche su questo concordo con il ministro: abbattere due lupi può servire a salvarne 100”.

 

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