domenica, Novembre 24, 2024
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Insostenibile situazione: prezzo latte solo 29 cent alla stalla

Per la CIA è tutt’altro che risolto il problema degli allevatori italiani, che producono largamente sottocosto. La domanda cresce, ma senza alcun beneficio a monte della filiera: se a breve un litro di latte non verrà pagato tra i 35 e i 38 centesimi, sarà “default” per migliaia di aziende.

latte-protestaProdurre un litro di latte in Italia arriva a costare in molti casi anche 40 centesimi di euro, ma agli allevatori viene pagato solo 29: questo è un trend fallimentare. Tanto più assurdo in questa fase dove, in tutta Europa, la domanda di prodotto è alta. Inoltre si raggiunge il paradosso con il latte fuori dagli accordi contrattuali, quello che gli addetti ai lavori chiamano “spot”, che viene scambiato a un prezzo di quasi 10 centesimi più alto. Una situazione insostenibile che ha spinto la Cia-Agricoltori Italiani a una vibrante protesta che ha già trovato l’appoggio degli assessori all’Agricoltura di Piemonte e Lombardia, Giorgio Ferrero e Gianni Fava.
Un grido d’allarme partito proprio da una stalla alle porte di Torino, scelta come “simbolo” perché si tratta di un’azienda all’avanguardia in Italia che ha sempre investito nella qualità. Qui si sono dati appuntamento gli allevatori per far sentire le proprie ragioni e riportare subito sotto i riflettori la questione “prezzo del latte”.
La bagarre è aperta e il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, già bolla come “inaccettabile” la proposta di contratto che Lactalis ha avanzato alle organizzazioni professionali agricole in Lombardia: 32 centesimi al litro a settembre e ottobre, 33 centesimi a novembre e 34 centesimi a dicembre. “Siamo al di sotto dei costi attuali di produzione -ha spiegato Scanavino- ma le organizzazioni lombarde si sono riservate di valutarla assieme ai propri associati e di dare una risposta. Sono preoccupato anche perché, in genere, l’accordo che si chiude in Lombardia viene mutuato alle altre Regioni. Di questo passo, da gennaio rischiano la chiusura centinaia di stalle”.
Ha rincarato la dose il presidente regionale della Cia Piemonte, Lodovico Actis Perinetto: “Da noi l’aumento previsto in Lombardia sarebbe in gran parte vanificato a causa della diversità dei premi e delle penalizzazioni previste dalle tabelle parametriche utilizzate nelle due Regioni per fasce di produzione e per il pagamento della qualità -ha sottolineato-. Chiediamo un aumento immediato del prezzo medio del latte piemontese a 35 centesimi, per arrivare a 38 centesimi a dicembre”. Secondo Actis Perinetto “l’andamento favorevole di alcuni prodotti lattiero-caseari, quali burro o latte in polvere, riscontrato nel corso delle ultime settimane sui mercati internazionali, è la dimostrazione lampante che esistono le condizioni per un aumento significativo del prezzo del latte. A ciò si deve aggiungere il prevedibile contenimento della produzione a fronte della corresponsione di un apposito incentivo che l’Ue ha varato. L’atteggiamento di chiusura della Lactalis è incomprensibile e ingiustificabile”.
Tra l’altro, i produttori hanno rilevato come i segnali di ripresa dei prezzi nel settore lattiero-caseario, dal latte spot alle quotazioni dei formaggi grana, dovrebbero obbligare a rivedere al rialzo gli accordi industriali adeguandoli alle nuove prospettive.
Non è più necessario comprimere i prezzi del latte mantenendo ingiustificate posizioni di rendita -è stato evidenziato durante l’iniziativa della Cia-. E’ invece indispensabile premiare la tenacia di chi continua a produrre nella consapevolezza che la qualità del latte padano non può essere sostituita con polveri o cagliate d’importazione. Una qualità che deve essere sostenuta e remunerata con i giusti compensi.
Per questo bisogna accorciare i tempi: “L’andamento positivo del mercato deve portare con sé l’aumento del prezzo del latte, altrimenti si rischia di essere doppiamente penalizzati: quando potrebbero esserci momenti di difficoltà saremmo i primi a essere colpiti e partiremmo invece in ritardo nel momento della ripresa -hanno detto Scanavino e Actis Perinetto-. Infatti le cadute o i picchi repentini dei prezzi risultano particolarmente dannosi per le aziende agricole e le imprese di trasformazione. Per questo la Cia sollecita da tempo ad agire senza indugi, applicando le norme nazionali ed europee per il governo della produzione. Sono norme importanti da non sottovalutare, ma dobbiamo programmarle nell’interesse della zootecnia italiana e, soprattutto, consolidando un livello costante ed equilibrato di remunerazione del prodotto”.

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