Conferma dalla Corte Ue: abbattere tutti gli ulivi a rischio Xylella
Vanno eradicate anche le piante che potenzialmente potrebbero aver contratto il batterio (entro cento metri da quelle malate), come stabilito dalla Commissione europea nel 2015
Che fosse fastidiosa lo sapevamo, ma al fatto che diventasse catastrofica per le nostre coltivazioni forse non eravamo del tutto preparati. Parliamo della Xylella fastidiosa, il batterio che ha contagiato molti uliveti in Puglia e che, veicolato da un piccolo insetto simile ad una cicala, può facilmente propagarsi da una pianta all’altra e – anche se questi animaletti non volano per più di un centinaio di metri – la preoccupazione che il contagio possa estendersi ad altre zone del territorio nazionale non può essere escluso.
Considerata la pericolosità della fitopatologia, la Corte europea di Giustizia si è infatti pronunciata in favore dell’eradicamento non solo delle piante malate, ma anche di quelle che potenzialmente – entro un raggio di 100 metri – potrebbero aver contratto il batterio, anche se non presentano sintomi della malattia. La mancata adozione da parte del nostro Paese di questi interventi, porterebbe automaticamente all’avvio della procedura d’infrazione e al pagamento delle pesanti sanzioni connesse.
La Corte– a cui si era rivolto il Tar del Lazio dopo la decisione di ricorso presentata da alcuni agricoltori che si rifiutavano di abbattere gli ulivi sani prossimali – ha motivato la sua decisione ribadendo che la misura è proporzionata all’obiettivo di tutela fitosanitaria ed è giustificata sulla base dei dati in possesso della Commissione europea. Immediata la reazione del governatore della Puglia Michele Emiliano, che oltre alle “conseguenze inimmaginabili per il paesaggio” ha lamentato le possibili ricadute negative sui produttori, annunciando che sarà presto convocata una specifica Task force per analizzare gli effetti economici di questa sentenza.
Molto forti le reazioni di alcuni politici nazionali, con in testa – ovviamente – gli antieuropeisti. Primo fra tutti Matteo Salvini:
MALEDETTA Unione Sovietica Europea! Ordina di abbattere gli ulivi in Puglia anche se non ancora malati di xylella. pic.twitter.com/oi01iYUMDJ
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) June 9, 2016
Gli ha fatto eco l’ex Governatore della Puglia, Raffaele Fitto, che sostiene la necessità di incrementare i fondi per la ricerca scientifica:
#Xylella: subito più soldi per sostenere la #ricerca https://t.co/hV79CPuZLS
— Raffaele Fitto (@RaffaeleFitto) June 9, 2016
La Corte ha precisato che l’obbligo di rimuovere immediatamente tutte le piante ospiti in un raggio di 100 metri non contraddice l’obbligo di eseguire un opportuno trattamento fitosanitario, comportante – nel caso – anche la rimozione della pianta stessa. Il trattamento infatti non è sufficiente a garantire la sanificazione della pianta (che pur apparendo sana potrebbe invece aver contratto la malattia) mentre è indispensabile per eliminare gli insetti vettori dell’infezione batterica.
Secondo la Corte inoltre pur non essendoci pareri scientifici che abbiano dimostrato una connessione diretta fra la presenza del batterio e il rapido essiccamento della pianta, gli stessi pareri hanno però evidenziato una correlazione significativa fra batterio e la patologia di cui soffrono gli ulivi.
Il batterio della Xylella fastidiosa, originario del Centro America, è stato osservato per la prima volta in Europa, nel 2013, proprio in Puglia, dove al momento sembra confinato. Nel 2015 la Commissione europea aveva adottato il provvedimento che imponeva l’abbattimento di tutte le piante contagiate dal batterio Xylella e di quelle presenti all’interno di un raggio di 100 metri; misura, quest’ultima, contro cui gli agricoltori avevano fatto ricorso.
Oggi la Corte europea ha confermato la validità della misura adottata.