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ANIMALI SBRANATI DA LUPI NELLE STALLE, ALLEVATORI PREOCCUPATI ANCHE PER LE LORO FAMIGLIE

Bovino Sbranato da lupi Az TESTA 10-2014La Coldiretti Molise denuncia l’ennesimo assalto registrato in Molise da parte di lupi ad animali allevati, addirittura all’interno della stalla aziendale, adiacente la casa familiare dell’allevatore. In Italia i lupi hanno ucciso oltre tremila pecore nel  2013, ma anche capre, puledri, vitelli e mucche al pascolo.

Nel caso specifico si tratta dell’azienda di Pietro Testa, uno dei più importanti allevamenti di bovini da latte di Gambatesa, all’interno del Bosco di Chiusano, che, insieme alle altre aziende agricole del territorio, garantisce il presidio umano e la tutela, attraverso le buone pratiche agronomiche, dell’ecosistema. La vicenda dell’azienda Testa, che ha visto, nel giro di quindici giorni, prima un vitello sbranato nel box aziendale ed ora addirittura una vacca, in stalla, gravemente ferita e, per il momento, salvata solo dall’intervento dell’allevatore, alle 20,30 di sera. La famiglia Testa vive ora la pesante sensazione di sentirsi ormai assediata ed aggredita, anche nei luoghi familiari, analoga a quella di notevoli altre famiglie di allevatori vittime di altre aggressioni, in Molise, con pecore azzannate e sbranate nonostante la presenza dell’allevatore.

La presenza di animali selvatici, dai lupi ai cinghiali,  non adeguatamente gestita con misure di contenimento, anche con spazi specifici per l’alimentazione di supporto, sta mettendo a rischio la presenza ed il lavoro dell’uomo in molte aree interne rurali.

Come precisa la Coldiretti Molise, non è solo un problema di risarcimenti dei danni subiti dagli allevatori, che ormai sono insopportabili per la stessa Regione Molise in arretrato con gli indennizzi di oltre due anni, ma di sopravvivenza delle stesse imprese agricole, che non sono più in grado di rispettare gli impegni produttivi nei confronti degli acquirenti e la normale programmazione aziendale. Agli animali uccisi si aggiungono, infatti, i danni indotti agli altri animali dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte ed aborti negli animali sopravvissuti.

Essendo il lupo una specie protetta dalla normativa europea, osserva Coldiretti Molise, si rende indispensabile trovare un giusto equilibrio, affinché questa convivenza forzata tra gli animali selvatici e l’uomo non porti all’abbandono dell’attività di allevamento. In tal caso, non sarebbero solo gli allevatori a perderci, ma l’intera comunità poiché gli allevatori, attraverso la loro opera, conservano e valorizzano la montagna e la sua vitalità.

Dopo un periodo nel quale la specie dei lupi era in via di estinzione in molte aree d’Italia, a seguito degli interventi di ripopolamento, attualmente la presenza del lupo è stimata in ben oltre il migliaio di animali, ricomparsi anche in molte zone in cui non erano più presenti da circa un secolo.

Coldiretti Molise sollecita, pertanto, che vengano varate ed attivate idonee misure di prevenzione attiva, con il finanziamento di zone di alimentazione in aree riservate, attrezzature ed opere di protezione, e misure di difesa passiva come un sistema di risarcimento dei danni in tempi ristretti e che garantisca un completo reintegro della perdita di reddito per l’agricoltore, coprendo non solo il valore dell’animale, ma anche quelli per aborti e cali di produzione.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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