Ambiente: dall’Ue nuovi limiti per gli agenti inquinanti
Secondo Agrinsieme, va bene il taglio alle emissioni, ma ci sono troppe criticità nel testo approvato dal Parlamento europeo: pur non rientrando tra le principali fonti di inquinamento, l’agricoltura ha giù ridotto le emissioni del 15%. Dubbi nella nuova normativa per quanto riguarda emissioni di metano e ammoniaca. Si rischia di penalizzare le aziende zootecniche a tutto vantaggio dell’import da Paesi terzi.
In merito all’approvazione, da parte del Parlamento europeo, della proposta della Commissione per fissare limiti nazionali più elevati per le emissioni dei principali agenti inquinanti dell’atmosfera, Agrinsieme sottolinea che il settore agricolo, pur non rientrando tra le principali fonti di inquinamento, ha ridotto negli ultimi quindici anni le emissioni di composti azotati in atmosfera di oltre il 15%.
Agrinsieme, pur ritenendo che tutti i settori coinvolti debbano fare la loro parte nella riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera, non può non rilevare che il testo appena approvato dal Parlamento europeo contiene delle criticità, in particolare l’aver inserito nella normativa le emissioni di metano, già considerate nella normativa sui gas climalteranti, creando quindi un doppione legislativo, e inoltre l’aver stimato la riduzione delle emissioni di ammoniaca utilizzando modelli poco realistici e con una distribuzione degli obiettivi discutibile tra i vari Paesi.
Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari ritiene che tali criticità non potranno non impattare negativamente sulla produzione agricola europea, contribuendo a erodere significativamente la base produttiva di questo settore nell’Unione, a vantaggio delle importazioni da Paesi terzi dove, peraltro, al settore dell’allevamento non vengono richiesti gli stessi impegni.