giovedì, Novembre 21, 2024
Attualità

Quote latte: invito Coldiretti alla Regione Lazio

Con le ultime multe finisce un’epoca lunga 30 anni. Ora la Regione deve esercitare il suo ruolo per tutelare il settore in futuro

 

muccheLo scorso 31 marzo è terminato, dopo oltre trent’anni di applicazione, il cosiddetto regime comunitario delle quote latte, oggetto di dibattito nel paese soprattutto a causa delle multe subite per gli splafonamenti conseguenti un’assegnazione quantitativa non adeguata alla capacità produttiva dell’Italia e non coerente con i consumi interni.

Purtroppo anche l’ultima campagna porta con sé un’ulteriore dote di multe avendo il paese superato, a livello nazionale, di 109.720 tonnellate il quantitativo di riferimento assegnato all’Italia a 10.891.120 tonnellate per un importo della sanzione da restituire all’Unione Europea pari a 30,5 milioni di Euro. Tale esubero è stato imputato dopo una serie di conteggi di compensazione e restituzioni a 2040 aziende. Ciò dimostra, come la stragrande maggioranza dei 35mila allevatori siano in regola mentre solo una sparuta minoranza è responsabile delle pesanti pendenze con l’Unione Europea anche del passato. Un comportamento che – sottolinea Coldiretti Lazio – fa concorrenza sleale ai tanti allevatori italiani e mette a rischio la credibilità delle istituzioni nei confronti dei cittadini e dell’Unione Europea.

Il Lazio con la sua produzione di 320.000 tonnellate ha contribuito all’esubero individuale pari a 721.000 tonnellate per una quota di circa 11.000 tonnellate.  Dunque una rappresentanza esigua che dimostra il buon lavoro svolto dai circa 1400 allevatori che con circa 55.000 vacche produce un latte di qualità, sano e rispondente alle esigenze dei consumatori.

E’ evidente – afferma Coldiretti Lazio – che tale risultato non è sufficiente a sollevare il settore ancora attraversato da una forte crisi di reddittività che potrebbe farsi ancora più forte proprio a seguito della liberalizzazione dei mercati conseguente la fine del regime delle quote il quale  potrebbe causare un aumento delle produzioni, cali dei prezzi e soprattutto arrivo dall’estero di  quantità di prodotto straniero che in assenza di regole sull’origine rischia di falsificare la concorrenza e mettere in ginocchio le nostre aziende.

Per questo motivo – continua Coldiretti Lazio – la Regione Lazio deve dare seguito, nel proprio territorio, al piano di interventi predisposto dal Governo soprattutto su tre fronti: quello del riequilibrio delle  relazioni commerciali tra industria e allevatori con l’obiettivo di garantire un’equa remunerazione ai produttori che tenga conto dei costi di produzione e della qualità del latte prodotto. In secondo luogo su quello della promozione con azioni che continuino a valorizzare l’importanza dei consumi di latte alimentare nella dieta di adulti e bambini. Ma soprattutto adottare i decreti relativi all’indicazione obbligatoria nelle etichette del latte sterilizzato a lunga conservazione, del latte UHT, del latte pastorizzato microfiltrato o a elevata temperatura nonché dei i formaggi e degli altri prodotti a base di latte, del luogo di origine del latte oggetto di trattamento.

Infine-  conclude Coldiretti Lazio – occorre sfruttare le risorse recentemente messe a disposizione dall’Unione Europea  (circa 25 milioni di EURO per l’Italia) per sopperire alla crisi di liquidità del settore.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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