La decima edizione di “Mangiasano”
La rassegna promossa da VAS e Cia quest’anno è incentrata sul tema: “Le erbe selvatiche dal prato alla tavola – per uno sviluppo di un’economia agricola basata sulla relazione e sulla tutela della biodiversità”
Quel piccolo esercito di almeno 100 mila italiani che raccoglie abitualmente erbe spontanee sui prati, nelle campagne e nei boschi ha, oggi, la sua manifestazione di riferimento: “Mangiasano”. Infatti l’iniziativa, promossa da VAS-Verdi Ambiente e Società onlus e Cia- Confederazione italiana agricoltori, che compie quest’anno il suo decennale, è dedicata proprio a questa vecchia-nuova pratica che sta facendo veramente tendenza nel nostro Paese. Vas e Cia, anche attraverso “Mangiasano” vogliono continuare ad offrire il loro contributo per divulgare un nuovo modello agricolo-ambientale che tenda ad uno sviluppo di un’economia agricola basata sulla relazione e sulla tutela della biodiversità.
Per questo, nelle piazze di oltre 20 città italiane, oggi si parlerà di erbe spontanee e molto altro: laboratori, piccoli corsi formativi, dibattiti, degustazioni e mercatini, tutti eventi uniti finalizzati ad una corretta e più ampia divulgazione circa la conoscenza e la tutela del patrimonio di biodiversità del nostro Paese. Mangiasano entra anche all’interno di Expo, nel Padiglione Italia, Turismo Verde della Cia, in collaborazione con Vas, nell’ambito realizza delle piccole classi per i bambini, dove l’unica materia di studio sarà l’agricoltura e si potranno scoprire, tra l’altro, molte erbe edibili che nascono nel nostro Paese.
La stellaria, la lingua di cane, la piantaggine, la borraggine, la malva, la bubbolina e l’ortica sono solo un micro esempio dell’immenso patrimonio vegetale spontaneo di cui è ricco il nostro territorio. Una risorsa complessiva ancora per molti versi inesplorata ma su cui stanno lavorando molto i titolari degli agriturismi. Sono ormai tantissime le aziende agrituristiche, associazioni e gli erboristi che propongono corsi di approfondimento sulla conoscenza delle piante selvatiche, tour nelle macchie e laboratori culinari sull’impiego in cucina delle erbe di campo. Quindi, sta diventando a pieno titolo, una delle attività che gli agriturismi svolgono in piena coerenza con la loro vocazione multifunzionale. Al momento non si può parlare di un vero e proprio business, intorno alle erbe spontanee, ma l’interesse è crescente. Infatti, non può essere casuale che nei “menù agrituristici” prolificano ricette a base di queste preziose piante.
Di questa nuova abitudine esultano anche gli ambientalisti, convinti che questo rinnovato interesse verso i frutti spontanei e naturali della terra potrà attivare un processo virtuoso, che condurrà ad un maggiore rispetto e tutela delle aree verdi e boschive d’Italia. Ma c’è un’unica controindicazione -avvertono i Vas e la Cia in occasione di Mangiasano- così come avviene per i funghi, nessuno deve raccogliere erbe spontanee di alcun tipo senza una adeguata e certificata conoscenza delle stesse, tantomeno dovrà mangiarle. E’ notorio come alcune erbe non siano edibili ed altre siano protette dalla legislazione vigente, quindi ne è vietata la raccolta.
La questione delle piante spontanee è, tra l’altro, un pilastro fondamentale del grande tema della tutela e della salvaguardia della biodiversità. Una tutela che passa attraverso la rimessa in produzione di varietà vegetali e animali in via d’estinzione, ma anche preservando e monitorando l’universo della vegetazione spontanea. Un processo che include la cura e la manutenzione, non solo dei parchi protetti, ma di tutte le aree verdi del Paese.
Vas e Cia-Confederazione italiana agricoltori ricordano che, solo nel nostro Paese nell’ultimo secolo, sono scomparse oltre il 20 per cento delle specie animali e vegetali, ed una percentuale quasi analoga è a serio rischio d’estinzione, se non si interviene con Politiche e interventi adeguati. Bisogna, quindi, investire sulle Ricerca e favorire attraverso incentivi le attività di allevamento e produzione di piante, frutti e animali rari anche se le stesse non garantiscono alti livelli di rese e quantità.