domenica, Novembre 24, 2024
Il tracciato della Via Emilia all'interno della città – Fonte: Fonte: Soprintendenza Archeologia città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Territorio

2200 anni lungo la via Emilia

Reggio Emilia propone, con l’aiuto del cinema e del digitale, una grande mostra per celebrare la famosa consolare, indicata anche nella Tabula Peutingeriana, che diventa un modo diverso per fare turismo in casa, scoprendo le meraviglie più antiche del nostro territorio.

di Barbara Civinini

L’antica via Aemilia com’era nel mondo di sotto e com’è oggi in quello di sopra. Reggio Emilia celebra con una grande mostra la via tracciata nel 187 a.C. da Marco Emilio Lepido, il console romano che giocò un ruolo fondamentale nel dare forma all’abitato, che da lui prese il nome: Regium Lepidi.

Ripercorrendo questa grande arteria del mondo antico si può fare un turismo diverso, scoprendo le meraviglie del nostro territorio, l’antica cultura e le sue tradizioni più radicate, comprese quelle consumate in cucina.

La mostra, On the road. La Via Emilia, 187 a.C. – 2017, propone una riflessione a 360 gradi sulla storia della Via Emilia e sul suo fondatore. Si narra che Marco Emilio Lepido, una volta sgominati Celti e Liguri, decise la costruzione di una lunghissima strada che collegasse le colonie di Rimini e Piacenza: una strada che avrà alterne fortune nel corso dei secoli ma che non sarà mai abbandonata.

Fra l’altro la cittadina emiliana è l’unica che conserva nel proprio nome il ricordo del suo fondatore, e la regione Emilia-Romagna probabilmente è la sola al mondo a derivare il proprio nome dalla sua arteria principale.

Il percorso cittadino della mostra passa per il Museo Diocesano, dove viene approfondito il tema del primo Cristianesimo lungo la via Emilia (Via Aemilia, Via Christi), e per il Credito Emiliano che ospita una sezione dedicata all’edilizia romana sullo sfondo dei resti del foro cittadino, tuttora conservati nei sotterranei dell’istituto di credito (“Regium Lepidi” underground).

Di notevole impatto la ricostruzione della città romana realizzata in realtà aumentata dalla Duke University di Durham (USA). La mostra vera e propria, però, è allestita nel Palazzo dei Musei, articolata in sette aree tematiche, lungo un percorso che coinvolge l’intero edificio con installazioni, ricostruzioni 3D, proiezioni e l’esposizione di oltre 400 reperti provenienti da importanti musei nazionali e da collezioni cittadine.

L’allestimento, curato dall’architetto Italo Rota, punta a restituire alla collettività i preziosi reperti archeologici esposti, con ricostruzioni virtuali dell’antica strada romana, contestualizzandoli con l’aiuto di spezzoni di celebri film storici, solleticando la memoria collettiva con il ricordo dei protagonisti dei grandi peplum girati nella Hollywood sul Tevere. Si può così rivivere l’affascinante storia della consolare attraverso le vicende dei suoi protagonisti, mentre una serie d’installazioni multimediali, sovrapponendo la Via Emilia storica a quella contemporanea, consentono di cogliere con immediatezza differenze e analogie.

La mostra, che si potrà visitare sino al primo luglio, fa parte del grande progetto di promozione della cultura e del territorio 2200 anni lungo la Via Emilia promosso da Reggio Emilia, Parma e Modena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Autore

  • Giornalista Pubblicista, esperta in tecniche sociali dell’Informazione, redattrice dell’Editrice cooperativa “Il Ventaglio”, addetta stampa delle cooperative pesca della Lega (ANCP), redattrice esterna della pagina agricola de “La Voce Repubblicana”, addetta alle Pari Opportunità del Gruppo di Specializzazione agroalimentare della FNSI, divenuto UNARGA, poi consigliere dell’ARGA Lazio, è stata direttrice responsabile della testata del Gruppo Archeologico di Volontari del territorio Cerite, “L’Aruspice”, per più di dieci anni. Dal 2001 è stata funzionario del Comune di Roma, per il quale ha ottenuto l’European Computer Driving Licence (ECD), e nel 2006 è stata nominata membro supplente per l’Amministrazione comunale della Commissione Pari Opportunità. Oggi in pensione anticipata, continua a coltivare la sua passione per il giornalismo e la scrittura come figlia d’arte. Suo padre, Sergio Civinini, noto giornalista dell’agroalimentare, scomparso prematuramente, è stato per innumerevoli anni vicepresidente dell’allora Associazione Stampa Agricola, Gruppo di Specializzazione della FNSI, oggi UNARGA.

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